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I crediti garantiti da Mcc frenano la composizione negoziata

L'articolo evidenzia come la presenza di crediti garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia (MCC) complichi e rallenti gli accordi nell'ambito della Composizione Negoziata della Crisi d'Impresa. La garanzia pubblica, sebbene fornisca supporto alle banche, crea un disallineamento di interessi: le banche tendono a non partecipare attivamente al risanamento, potendo contare sul rimborso da parte dello Stato in caso di default.

Il problema si acuisce quando si valuta la "Perdita di MCC" in uno scenario alternativo come la Liquidazione Giudiziale (LG). L'articolo presenta una tabella comparativa tra la Proposta di Composizione Negoziata (Cnc) e l'Alternativa fallimentare (LG), mostrando che l'ammontare che il Fondo di Garanzia deve rimborsare alla banca non garantita è lo stesso in entrambi i casi, mentre il danno per l'Erario è sensibilmente maggiore nell'alternativa fallimentare, dove la perdita per MCC si attesta a 64.000,00 € (pari all'80% del credito residuo).

Si sottolinea la necessità di soluzioni normative per superare l'impasse:

* Chiarire la posizione del Fondo: Il D.L. 51/2023 ha fornito un primo intervento, stabilendo che il Fondo deve comunicare la propria posizione entro 30 giorni.

* Valutare la "convenienza dell'intervento" per il Fondo: La valutazione non dovrebbe limitarsi alla mera "perdita" ma considerare l'intero scenario di risanamento, che è di interesse pubblico.

* Dare priorità all'alternativa concordataria/ristrutturazione: La composizione negoziata dovrebbe essere promossa come l'unica via per evitare o limitare l'escussione della garanzia, nell'interesse sia del debitore che dell'Erario.

Fonte: ItaliaOggi, Lunedì 13 Ottobre 2025 (pagina 4, sezione "Crisi di impresa")


 
 
 
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