De Nuccio, presidente commercialisti: bene ogni taglio delle tasse
- RC Commercialisti
- 23 ott 2023
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«L’attuale aumento dei prezzi ha delle cause straordinarie ed esogene, per questo la stretta monetaria rischia di frenare eccessivamente la fragile crescita economica in atto». Ad affermarlo è Elbano De Nuccio, presidente dell’Ordine dei Commercialisti, impegnato negli scorsi giorni per il congresso nazionale della categoria.
Presidente, insieme alla nuova legge di bilancio è stata approvata in consiglio dei ministri la riforma dell’Irpef, con il passaggio da quattro a tre aliquote. Al di là della semplificazione, che non fa mai male, chi ci guadagna e chi ci perde?
«Può sembrare paradossale per un governo di centrodestra, ma gli autonomi, se non ammessi al regime forfetario, restano sfavoriti. Con 20 mila euro di reddito, il lavoratore dipendente paga infatti un’imposta di 1.958 euro, mentre il lavoratore autonomo in regime ordinario un’imposta di 3.828 euro, con una penalizzazione evidente per questi ultimi e per i pensionati che pagano un’imposta di 3.385 euro. La manovra non incide quindi sull’equità orizzontale dell’Irpef, lasciando inalterato il divario tra le diverse categorie di contribuenti con redditi medio-bassi. All’aumentare del reddito, tale divario si riduce fino ad azzerarsi con un imponibile di 50mila euro. Fino a 26mila euro gli autonomi in regime forfetario sono sfavoriti rispetto ai lavoratori dipendenti, dopodiché la situazione si inverte. Il taglio di due punti percentuali dell’aliquota Irpef per i redditi da 15 mila a 28 mila euro si traduce in un risparmio d’imposta di poche decine di euro per i redditi appena superiori a 15 mila euro, fino a un massimo di 260 euro annui per i redditi da 28 mila euro in su. In media, il risparmio si attesta sui 160 euro annui (22 euro mensili). Per concentrare i benefici sui redditi medio-bassi, sopra i 50 mila euro il taglio dell’aliquota viene sterilizzato da una franchigia di 260 euro per chi si avvale di detrazioni. Gli altri, invece, pagheranno 260 euro in meno anche se dichiarano più di 50 mila euro».
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